L’occasione di questo viaggio è stata semplice: avete presente quel momento in cui “bazzicate” su sky scanner e beccate una tratta in offerta? Stavo cazzeggiando quando ho beccato il volo Bologna-Berlino A/R a 50,00 €.. dopo 5 minuti avevo il biglietto in mano per me e mio marito.
(consiglio: cazzeggiare su skyscanner non fa male, soprattutto per viaggiare low cost..)
Inizialmente avevo optato per un soggiorno tramite Airbnb, trovando delle buone occasioni, poi per fortuna una ex compagna di liceo di mio marito si è offerta di ospitarci, quindi abbiamo soggiornato da lei.
Il volo è partito il 10 dicembre 2015 da Bologna immerso nella nebbia e con quasi due ore di ritardo, compagnia Ryanair (ovviamente).
Arrivati all’aeroporto di Berlino Schoenefeld abbiamo preso il treno per entrare in città seguendo le istruzioni della nostra ospite che vive nel quartiere di Kreuzberg.
Arrivati da lei ormai a sera, ci siamo sistemati e abbiamo cenato con lei e il suo compagno a casa.
Il giorno dopo siamo usciti abbastanza presto e ci siamo spostati a piedi verso la East Side Gallery, attraversando il bellissimo Oberbaumbrücke (il ponte sul fiume Sprea a due livelli): è il più grande tracciato del muro di Berlino rimasto in piedi nella sua posizione originale, lungo il fiume Sprea, oggi usato come tela per artisti e murales.

Percorriamo tutto il tracciato godendoci ogni singolo disegno: qua inizio a farmi un idea di Berlino che spesso troverò confermata. Dal dolore, dalla memoria, dalla tragedia Berlino è “risorta” convogliando tutto in arte e coltura: e così fa anche il muro, che diventa una galleria di arte moderna a cielo aperto.
Da lì arriviamo alla stazione Ostbahnhof per prendere il treno e spostarci direttamente in Alexanderplatz.
La piazza è ovviamente stipata di mercatini di Natale, parecchi dei quali dedicati al cibo con piatti tipici come wurstel e salsicce varie, patate, arrosti di maiale e crauti. La tentazione è tanta e mi “accontento” di assaggiare delle patate tipo rosti (avevano un altro nome che non ricordo) servite con crema di mele… buonissime!
Da Alexanderplatz partiamo per il percorso classico che porta fino alla Porta di Brandeburgo: si passa sotto l’antenna della televisione, si attraversa la piazza dove c’è la fontana del Nettuno, stipata anch’essa di mercatini, per poi intraprendere la passeggiata attraversando la Museuminsel, vedendo il Duomo di Berlino, poi lungo Unter den Linden per arrivare alla porta di Brandeburgo.

Arrivati alla Porta di Brandeburgo ci fermiamo un attimo nella stanza del silenzio, creata per riflettere (in silenzio appunto) creata di lato alla Porta.
La Porta di Brandeburgo, oltre per il suo valore artistico (è stata costruita a fine 1700), è famosa per essere stato lo sfondo principale della Guerra Fredda e della Berlino divisa: durante la nostra visita ho cercato di immaginarmi questa città dilaniata da una guerra e divisa a metà, centro di uno scontro tra ovest ed est europa, con sovietici e americani presenti in città e in forte contrasto tra loro.
La stanza del silenzio dentro la Porta di Brandeburgo forse è stata creata a tale scopo: estraniarsi dal rumore per riflettere sulla pace e sul rispetto.
Finita questa visita ci rifocilliamo alla Kartoffelkeller in Alberchtstrasse (http://www.kartoffelkeller.com/), con piatti a suon di patate e accompagnamento: io scelgo wurster, mio marito la cotoletta berlinese (una bomba di gusto e pesantezza) mentre la nostra guida/amica opta per l’agnello. Pieni stracolmi ci diviamo: la nostra amica torna ha un impegno e noi ci dirigiamo verso la Museuminsel. Approfittiamo della bassa presenza di turisti, compriamo la Museum Card per 24,00 € a testa (consente l’accesso a moltissimi musei per tre giorni) e ci tuffiamo nel Pergamonmuseum.
Il Pergamonmuseum è il museo che più mi ha stupito, non solo a Berlino, ma rispetto a tutti i musei mai visti: purtroppo l’altare di Pergamo è in ristrutturazione fino al 2019 e non visitabile adesso, ma la Porta di Ishtar e la Porta di Mileno sono sufficienti a lasciare senza parole il visitatore. Notevole ovviamente anche tutta la mostra riguardante l’Islam, con ceramiche e tappetti stupendi.

Usciti dal Pergamon abbiamo sufficiente tempo per visitare il vicino Neues Museum che ospita una notevole collezione egizia, che culmina nella presenza del busto di Nefertiti: sono entrata piena di pregiudizi, ma di fronte a Nefertiti anche io sono rimasta stupita dalla bellezza dell’opera e dalla bellezza di Nefertiti stessa.
Terminata la visita a questo museo ci spostiamo verso Potsdamer Platz, dove ci attende l’ennesimo mercatino di Natale. Ormai è sera e ci infiliamo in un centro commerciale li presente soprattutto per rifocillarsi al caldo e fare un po’ shopping di prodotti al DM presente dentro (sono una fan della marca cosmetica Alverde presente in Germania).
La stanchezza inizia a farsi sentire e ci spostiamo a “casa” per doccia e riposino.
Per cena scegliamo un locale in Kreuzberg, The Dudes Delikatessen (http://www.dudesdeli.com/) che fa panini eccellenti serviti da un’ampia selezione di birre.
Nel locale veniamo serviti da un canadese che non parla tedesco (ma neanche noi quindi…) e conosciamo una coppia di tedeschi molto simpatici con cui facciamo serata.
Sazi, pieni di birra e stanchi torniamo a casa a piedi, godendoci l’aria fredda di Berlino.
Il giorno dopo, ultimo giorno pieno a Berlino, ricominciamo la visita da dove ci eravamo interrotti il giorno prima: Potsdamer Platz.

La giornata è fresca ma assolata, partiamo a piedi per la strada che collega Potsdamer Platz alla Porta di Brandeburgo per visitare il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa (Holocaust Mahnmal) presente lungo la strada: fuori è una struttura completamente visitabile e percorribile formata da più di 2000 blocchi di cemento di diversa altezza, mentre poi al piano sotterraneo vi è una vera raccolta di testimonianze di persone e famiglie dilaniate dall’Olocausto.
La visita è toccante, soprattutto nella parte dove sono esposte pezzi di lettere diari di ebrei prossimi alla morte che scrivono consapevoli del loro destino.
Terminata la visita ci dirigiamo verso Check Point Charlie, che per me è stata la delusione (unica) avuta a Berlino: un luogo di grande rappresentanza storica, rappresentanza della tensione della Guerra Fredda e del difficile periodo di divisione per Berlino, oggi è diventato una buffonata, con la ricostruzione del baracchino e due figuranti vestiti da soldati americani con cui fare le foto…
Passiamo oltre delusi e andiamo a mangiare ai mercatini di natale di Potsdamer Platz e ci fermiamo a tirare un po’ il fiato (stiamo girando prevalentemente a piedi e la stanchezza inizia a farsi sentire).
Passato il pranzo di spostiamo (a piedi) verso il palazzo della Sony per una breve visita e poi andiamo al Gemäldegalerie (compresa nella Museum Card) per visitare l’enorme esposizione di opere presenti, tra cui Canaletto, Caravaggio, Borsh, Brueghel e tanti altri artisti.
La Gemäldegalerie è impegnativa per quanto è grande, ed usciamo che è buio.
Ormai sono le ultime ore di visita a Berlino e decidiamo dalla Gemäldegalerie di attraversare tutti il parco Tiergarten per raggiungere la Colonna della Vittoria. La passeggiata non è proprio brevissima e il parco non è illuminato, ma arriviamo in tempo per salire in cima alla Colonna per vedere Berlino dall’alto prima che chiuda.

Ci godiamo la vista fino alla Porta di Brandeburgo e Potsdamer Platz, salutiamo Berlino e ci spostiamo verso casa.
Visto che si trova proprio lungo il percorso per arrivare dove alloggiamo, scendiamo e visitiamo proprio il centro di Kreuzberg, detto Kotti, e giriamo per le strade visitando negozi di dolcetti turchi, di kebab e altre specialità etniche presenti in questa zona. Fatto un po’ di shopping per cena torniamo dai nostri amici, con cui passiamo l’ultima serata a Berlino.
La mattina dopo abbiamo giusto il tempo per raccogliere le nostre cose e andare in aeroporto per tornare a Bologna, senza dimenticare la voglia di tornare in questa città.
Come detto già all’inizio, quel che più ho trovato in questa città è la voglia di riscattarsi dalla distruzione incentrando l’attenzione sull’arte e sulla cultura. Fondamentalmente di storico non è rimasto niente da visitare, ma la città è molto viva dal punto di vista artistico, è piena di musei favolosi e mostra senza vergogna il proprio passato, ponendo sempre attenzione sulla memoria ma accostandola all’arte e a messaggi di pace e speranza.
La popolazione è multietnica e assai molto più aperta e ospitale di quanto mi aspettassi.
Vorrei in una futura visita approfondire anche la conoscenza del mondo musicale presente in città, anch’esso assai vivo e assai multietnico.
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